Aver presentato il Piano di Utilizzazione della Caffarella da un lato ha risollevato un grande dibattito all'interno della città, dall'altro, questo lo voglio dire anche perché avete partecipato ad alcune assemblee un po' vivaci, ha ovviamente risollevato le note questioni legate a coloro che abitano all'interno dell'Appia Antica oppure che hanno una serie di attività.
Contemporaneamente si è riaccesa in qualche modo tutta la questione del rapporto tra l'Azienda Consortile, il Comune e i proprietari: nel Parco degli Acquedotti i proprietari hanno recintato l'area, e il 15 giugno ci dovrebbe essere la sentenza del Pretore per quanto riguarda l'usucapione. Una serie di iniziative, anche da parte dei proprietari, tendono in qualche modo a allungare i tempi.
Di questo dobbiamo essere coscienti perché è una difficoltà che noi viviamo tutti i giorni e che probabilmente continueremo ad avere, anche in sede di accordo di programma.
Ora a che punto siamo?
Abbiamo fatto una riunione tecnica per andare direttamente all'accordo di programma, quindi non come per villa Ada, dove abbiamo presentato il Piano di Utilizzazione, siamo andati all'accordo di programma e solo ora stiamo preparando la delibera di esproprio.
Noi invece vorremmo portare immediatamente all'accordo di programma sia il Piano di Utilizzazione che la delibera sul primo piano attuativo degli espropri.
Abbiamo dato indicazioni precise che diventeranno parte integrante ed accompagneranno il Piano di Utilizzazione; riguardano la prima fase e i criteri dell'esproprio, rispettando gli impegni presi come Amministrazione alla presentazione del Piano di Utilizzazione al teatro di villa Lazzaroni.
Come ha già esposto il direttore dell'U.T.A., noi abbiamo degli obiettivi precisi da rispettare.
Prima di tutto un'ampia fruibilità delle aree, legando le aree già comunali, e assicurando la fruibilità maggiore ai quartieri dell'Appio Latino; in attesa del parere definitivo dell'Ufficio Stima abbiamo calcolato che dovrebbero essere 130 ha.
L'altra priorità è legata alla natura di questo Parco, ed è la fruizione pubblica dei monumenti.
Queste due questioni, con alcune strutture di base essenziali per far vivere il Parco (un centro servizi, un centro visite), sono le priorità assolute.
Vi dico però anche un'altra cosa. Calcolata la ristrettezza delle nostre finanze, noi dobbiamo fare un'operazione sui 26 miliardi per farci rimanere una quota per l'occupazione di urgenza. Questo è importante, altrimenti noi potremo avviare con l'accordo di programma la fase degli espropri.
Voi sapete benissimo che la procedura degli espropri è molto lunga e può andare incontro a ricorsi; quindi per assicurare immediatamente sia la fruizione del Parco che l'intervento da parte dell'Amministrazione comunale e di tutte le associazioni, per cominciare a far vivere il progetto di gestione, l'unica possibilità è l'occupazione di urgenza delle aree.
Questo è l'altro impegno importante, su cui ci siamo orientati con gli uffici e come giunta.
Dobbiamo evidentemente calibrare sulla base di quei 26 miliardi quelle che saranno le cifre esatte; credo che l'occupazione di urgenza sia il 10% del valore dell'area, da pagare in una sorta di affitto.
Abbiamo consegnato già da parecchio tempo il Piano di Utilizzazione a tutte le autorità (Regione, Consiglio di Amministrazione dell'Azienda consorziale, Presidenza del Consiglio), e siamo in attesa che la Presidenza del Consiglio indichi l'autorità competente a convocare l'accordo di programma.
Il nostro impegno è di risollecitare la Presidenza del Consiglio perché dia questa indicazione, e per questo stiamo lavorando strettamente con l'ufficio per Roma capitale.
Noi pensiamo che, come per villa Ada, debba essere il Sindaco colui che convoca l'accordo di programma, ma formalmente ci deve essere l'indicazione dalla Presidenza del Consiglio.
Io vorrei dire poi altre cose.
Noi abbiamo fatto un lavoro abbastanza importante: il primo censimento di tutte le presenze abusive, cominciato per fortuna già prima del decreto sul condono, è stato fatto dall'Ufficio Tutela Ambiente, il che ci ha portato ad avere una schedatura della situazione ben chiara (voi sapete che adesso, col nuovo condono, deve essere anche l'Azienda a decidere sulle varie domande).
Apro una parentesi sull'Azienda.
Avrete visto sui giornali una certa polemica tra l'Amministrazione comunale e l'Azienda consorziale: noi a ottobre le abbiamo mandato formalmente il Piano di Utilizzazione, tra l'altro l'Azienda era presente quando lo illustrammo, eppure oggi di fatto non abbiamo ancora avuto un parere.
Per far vivere la Caffarella e il Parco dell'Appia Antica bisogna che tutti quanti siamo coscienti che non si può andare avanti in questo modo: tutte le autorità competenti devono capire che non c'è qualcuno con una bacchetta magica. Ci vuole cooperazione, il coordinamento degli interventi, e ogni autorità competente non può scaricare su altri le sue responsabilità... Il Comune di Roma si era offerto sia formalmente che alla presentazione del Piano di Utilizzazione di fare anche il Piano di Assetto del Parco dell'Appia Antica. Anche su questo non abbiamo ricevuto nessuna risposta, e ogni problema viene scaricato sul Comune di Roma.
Noi ci siamo fatti carico di trovare la sede per l'Azienda a Piazza del Popolo, abbiamo cercato di aiutarla in tutti i modi pur non essendo competenza nostra (è emanazione della Regione Lazio).
Tutto quello che era possibile fare è stato fatto e lo faremo ancora, però deve essere chiaro a tutti, anche ai cittadini, che una Azienda che deve amministrare il Parco dell'Appia Antica il parere lo deve dare, altrimenti avremo ulteriori difficoltà per il Piano di Assetto, e sì che noi abbiamo inserito il Parco dell'Appia Antica e il Parco della Caffarella tra gli obiettivi più importanti del Giubileo.
E' una scadenza che noi vogliamo rispettare, perché lo dobbiamo a questa città e credo anche al mondo: questo è il Parco archeologico più importante del mondo, e se noi non siamo in grado di presentarlo per il Giubileo ai 40 milioni di pellegrini che verranno a Roma, non presenteremo la faccia migliore della città.
Noi intendiamo quasta come una delle grandi opere, visto appunto il periodo, però su questo obiettivo bisogna mettersi tutti quanti a regime.
Noi, facendo fino in fondo il nostro dovere, siamo andati ad affrontare anche i vocianti, quelli che protestavano fortemente; abbiamo spiegato le nostre ragioni, ed è stato importante che anche il Comitato sia venuto a spiegare le sue ragioni; noi vogliamo trovare possibilmente un accordo, in modo da non avere troppi ricorsi e impedimenti.
Per quanto riguarda il censimento delle case abusive è stato previsto assieme alla V Ripartizione una bonifica entro il prossimo biennio, cioè nel piano di investimento 1995-96.
Noi abbiamo bonificato nell'ultimo anno tonnellate di discariche, eppure continua ad esserci il problema serio della sorveglianza; d'altronde io spero che il cambiamento anche in IX Circoscrizione del Comando dei Vigili Urbani finalmente possa consentire un controllo reale del territorio.
Per quanto riguarda il progetto di gestione, stiamo esaminando la proposta che avete mandato e la troviamo molto interessante; è un aiuto all'Amministrazione, perché è importante che mentre prosegue la prassi dell'accordo di programma, noi abbiamo chiaramente in testa qual è il progetto di gestione e le forze disponibili.
Altrimenti succede quello che è successo storicamente in questa città: dopo che le ville storiche sono diventate pubbliche c'è stata la devastazione, il vandalismo, villa Pamphili ha avuto 5000 furti, villa Borghese continua a subirne come vedete.
La strada non può essere solo l'esproprio, per poi pensare che il pubblico possa mantenere questi luoghi bellissimi così come ci erano stati consegnati.
Solo il rapporto tra volontariato, cittadini e associazioni ci potrà garantire effettivamente anche un controllo del territorio e una gestione efficace.
Altrimenti il pericolo è grosso, e non a caso quelli che si oppongono dicono sempre: "a cosa serve l'esproprio, per poi magari abbandonare tutto".
Noi dobbiamo sconfiggere il fatto che anche quando le aree diventano pubbliche continuano ad essere infruibili perché non si curano.
Questa è la scommessa sul Parco della Caffarella. La stessa questione riguarda villa Ada: non a caso il Consiglio Comunale ha un ordine del giorno in base al quale, parallelamente alla presa di possesso, dovrà essere approvato anche un progetto di gestione, per avere una gestione già provata e sperimentata; altrimenti anche in quella parte della città succede la stessa cosa.
Questi sono i nostri impegni, ora vediamo i tempi.
Abbiamo fatto una riunione la scorsa settimana per decidere definitivamente sulla questione degli espropri, quindi oggi portiamo la delibera in Giunta per l'approvazione.
Le Commissioni comunali e le Circoscrizioni hanno già visto il Piano, quindi tutti questi passaggi sono stati già effettuati. Appena la Presidenza del Consiglio (che risolleciteremo) ci comunicherà l'autorità competente a convocare l'accordo di programma, andremo in Consiglio Comunale per avere il parere preventivo per l'accordo; poi si fa un accordo di programma, e infine l'accordo deve essere ratificato dal Consiglio Comunale.
Però mettendo all'interno dell'accordo anche la prima fase attuativa dell'esproprio possiamo passare all'occupazione di urgenza, importante perché permette subito la fruizione dei cittadini, la presenza del Servizio Giardini e la cura del Parco.
Un'altra questione riguarda la chiusura di una serie di varchi che effettivamente già adesso impedirebbe usi impropri all'interno.
Non è colpa della IX Circoscrizione: purtroppo abbiamo delle ostilità da parte dell'XI Circoscrizione, che tra l'altro sul Piano Utilizzazione si è dimostrata poco sensibile: una parte dei consiglieri dell'XI Circoscrizione ha tentato di non approvare il Piano di Utilizzazione della Caffarella, anche per grandi pressioni da parte dei proprietari.
Nel momento dell'accordo di programma credo che potremmo risolvere anche questi problemi, soprattutto se l'Azienda desse delle prescrizioni molto più precise da questo punto di vista.
Come vedete, gli appuntamenti qui non sono frequentissimi, eppure ogni sei mesi veniamo a rendere conto.
Io spero, e questo è il nostro impegno, che il prossimo appuntamento sia, più che per un convegno, per portare il primo atto dell'occupazione di urgenza del Parco stesso.
Questa strada non è demagogica, perché voi sapete bene che abbiamo parlato anche con i proprietari, e alcuni edifici che assolutamente non servono potranno benissimo continuare ad essere abitati (con dei vincoli ovviamente).
Io credo che in questo modo si possano risolvere anche i problemi di impedimento; non vorrei che proprio da parte del Presidente del Consiglio ci fosse altro ritardo, magari per le grandi pressioni che possono esserci in tutto quello che riguarda l'Appia Antica.
Noi continuiamo a seguire fortemente l'impegno di completare al più presto il sogno del Parco, e spero anche, ritornando alle cose più piccole, che si possa già da subito migliorare la sorveglianza e stroncare definitivamente gli usi impropri.
Quindi speriamo tutti insieme di vederci a questo nuovo appuntamento che dovrebbe essere quello concreto di realizzazione del Parco stesso.
Il casale di Tossini rischia di diventare un buco nero anche per noi: insieme all'Ufficio per Roma capitale, con il dott. Dell'Acqua, abbiamo fatto ricerce su tutta la questione, eppure continuano ad esserci spiegazioni assolutamente contrastanti da parte della stessa Avvocatura.
Nell'ultima riunione abbiamo risollecitato una valutazione finale anche perché, nel momento in cui andiamo in accordo di programma e ancor più nel momento in cui presentiamo la delibera per la prima fase attuativa degli espropri, noi dobbiamo sapere esattamente qual è la situazione giuridica di quel casale.
Torno però a ripetere che il Comitato e i cittadini dovranno avere un grande ruolo di pressione, non solo verso l'Amministrazione comunale (il che è giusto perché siamo noi quelli che curano il territorio), ma anche verso tutti gli altri enti che hanno competenza sul Parco.
Noi non possiamo aspettare il Piano di Assetto dell'Appia Antica, perché veramente rischiamo di essere fuori tempo massimo. Dobbiamo occuparci anche della pressione politica per far sì che si muova anche il Piano di Assetto.
Grazie
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A cura di Mario Leigheb:
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