All'incontro, al quale hanno dato telefonicamente un contributo la dott.ssa Carmela Camardo della Sovraintendenza comunale e la dott.ssa Rita Paris della Soprintendenza Archeologica di Roma, hanno partecipato il Presidente della IX Circoscrizione prof. Roberto Federici, il Consigliere Direttivo dell'Ente Parco regionale dell'Appia Antica dott. Mario Leigheb e il Presidente della Commissione Cultura della IX Circoscrizione Luca Traditi.
Erano invitati ma non hanno partecipato: il Presidente del Parco regionale dell'Appia Antica Gaetano Benedetto (che si è scusato dell'assenza), il Soprintendente Archeologico di Roma prof. Adriano La Regina, il Sovraintendente ai Musei, Monumenti, Gallerie e Scavi del Comune di Roma prof. Eugenio La Rocca (che secondo la segreteria avrebbe delegato il dott. Antonio Mucci della Sovraintendenza comunale), la dott.ssa Rossella Rea della Soprintendenza Archeologica di Roma, il Direttore del X Dipartimento del Comune di Roma arch. Mirella Di Giovine e il Commissario governativo al Comune di Roma dott. Enzo Mosino.
Il mese scorso un tentativo di furto ha colpito la statua di un magistrato collocata nel 1853 dal Canina al IV miglio della via Appia Antica. I partecipanti condividono l'appello della Soprintendenza Archeologica a non rinchiudere la via Appia Antica sotto una teca di vetro; ma questo significa rafforzare la sorveglianza nel Parco, oggi insufficiente, e destinata a ridursi dal prossimo mese con la scadenza del cantiere scuola lavoro degli 8 Guardia Parco dell'Ente Parco. Eppure è ormai dalla scorsa estate che la Regione Lazio ha avviato la procedura per indire il concorso pubblico per assumere i Guardia Parco nella pianta organica dell'Ente Parco.
Si è convenuto di inviare al più presto un documento al Presidente della Regione Lazio Francesco Storace per sollecitare il concorso, facendo sottoscrivere il testo a quante più persone possibile.
Il patrimonio storico archeologico del Parco regionale dell'Appia Antica è unico al mondo. Il Parco si articola lungo l'asse della via Appia Antica con l'estensione a Ovest di Tor Marancia e ad Est del Parco archeologico della via Latina, del parco degli Acquedotti e della villa dei Sette Bassi. La principale valenza è pertanto quella storico-archeologica, costituita dall'insieme di tombe, sepolcri, acquedotti e ville che costeggiano la via Appia Antica, dalle torri medievali con il castello Caetani di Cecilia Metella, e dai casali sorti dal Rinascimento fino al XIX secolo. Ma all'interno del Parco sono presenti anche complessi differenti, dal circo di Massenzio alla Villa dei Quintili per finire con il sistema sotterraneo delle catacombe di Pretestato, Domitilla, S. Sebastiano, S. Callisto e delle Catacombe Ebraiche. I monumenti della valle della Caffarella completano il quadro.
Per valorizzare e rendere fruibile tale patrimonio la Pubblica Amministrazione ha investito cifre enormi. Sommando la legge per Roma capitale, il Piano degli Interventi del Giubileo e gli investimenti correnti del Comune di Roma e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel Parco regionale dell'Appia Antica sono stati investiti negli ultimi tre anni ben 113 miliardi (senza contare i 130 miliardi del sottopasso del G.R.A.!).
In totale contrasto con tale impegno finanziario, la gestione di tale patrimonio mostra parecchie contraddizioni.
Il rigore filologico ha indotto la Soprintendenza Archeologica a escludere lungo la via Appia Antica la collocazione di bagni mobili benché la pedonalizzazione porti ogni domenica decine di migliaia di visitatori a percorrere a piedi e in bicicletta l'antica strada. In Caffarella la Soprintendenza ha escluso la collocazione di panchine in legno e ghisa con schienale, in favore di monoliti di travertino e profido.
Il rigore filologico è sacrificato alla Villa dei Quintili, dove l'ingresso antico su via Appia Antica è sbarrato per obbligare i visitatori a entrare dalla via Appia Nuova, dove sono accolti dal bookshop e dalla biglietteria. Solo in seguito all'acquisizione dell'area di S. Maria Nova (per la quale sono stanziati 4,9 miliardi) sarà possibile aprire un ingresso anche sulla via Appia Antica. Comunque, nonostante il grave danno per l'erario, domenica 8 aprile ci sarà l'apertura gratuita eccezionale anche dal lato della via Appia Antica.
La gestione dei monumenti dello Stato, mano a mano che si aprono, è affidata a seguito di gara unica europea alla società PIERRECI per una durata di quattro anni rinnovabile di altri quattro, quindi fino al 2005. Anche il Parco archeologico della via Latina è predestinato ad essere gestito da tale società a scopo di lucro.
I presenti concordano sull'inopportunità di affidare anche i monumenti di interesse locale alle grandi imprese a scopo di lucro, e si propongono di inviare ai candidati al Parlamento un questionario per conoscere cosa pensano di questo argomento.
Brutte notizie anche per chi vuole visitare successivamente sia il mausoleo di Cecilia Metella che il Circo di Massenzio: al momento attuale un biglietto integrato tra le due Sovrintendenze è ritenuto impossibile, né sono previsti sconti per gli utilizzatori dell'Archeobus, visto lo scarso ritorno di tale servizio. Ogni Ente (Soprintendenza Archeologica di Roma, Sovraintendenza Comunale, Ente Parco) procede per proprio conto, e tra quelle realizzati e progettati sono ben 7, all'interno del Parco regionale dell'Appia Antica, le raccolte di materiale archeologico proveniente dal Parco stesso:
Anche su questo i presenti si sono impegnati a sollecitare gli organi competenti.
Nonostante la filologia, il restauro del ninfeo di Egeria ha cancellato l'aspetto romantico cantato da Byron, Stendhal, Goethe, Andersen; oggi il monumento è finito dietro una gabbia di pali acuminati. Lo scrupolo protettivo, che oltre al ninfeo di Egeria ha portato a rinchiudere in una sorta di ZOO archeologico anche la vasca di via C. Baronio, le Mura Aureliane tra porta S. Giovanni e l'Anfiteatro Castrense, l'Acquedotto Claudio-Anio Novus in via Frascati, scompare al Mandrione e a Tor Fiscale, dove gli antichi Acquedotti sono aggrediti da discariche, abusi edilizi e privatizzazioni selvaggie.
Il colombario dei Liberti di Augusto è occupato da un ristorante, tavoli e ombrelloni sono accanto agli arcosoli e i lumi di cera sono inseriti dentro le urne cinerarie.
Il disinteresse sembra colpire il mausoleo di Priscilla e la cappella del card. Reginald Pole: la petizione di 170 cittadini inviata il 27 aprile 2000 al Sindaco del Comune di Roma Francesco Rutelli, al Presidente del Parco regionale dell'Appia Antica Gaetano Benedetto e al Sovraintendente comunale BB. CC. prof. Eugenio La Rocca per chiedere tempi brevi per il restauro (che da più di dieci anni impedisce ai visitatori di avvicinarsi ai monumenti) rimane senza risposta. Fatto sta che la Sovraintendenza Comunale ha da tempo chiesto il finanziamento per il restauro del mausoleo di Priscilla, del quale è già pronto il progetto esecutivo, e si spera nel prossimo Bilancio di assestamento del Comune di Roma.
Per quanto riguarda il casale Tossini, sappiamo dell'esistenza di un atto d'obbligo del 1966 che prevedeva, senza alcun limite temporale, la cessione gratuita a favore del Comune di Roma.
S. Urbano è passato alla gestione del Comune di Roma: non al X Dipartimento bensė alla Sovraintendenza Comunale; ci chiediamo quando sarà possibile la fruizione pubblica del monumento, e se debba per forza essere impedito un uso per il culto che dura sin dal VI sec. d.C.. Ci chiediamo anche se la gestione dei monumenti della Caffarella è anch'essa predestinata (come per i monumenti dello Stato) a qualche società a scopo di lucro, in questo caso alla società ZETEMA.
Su questi problemi si è concordato di mantenere la destinazione al culto di S. Urbano purché questo non crei ostacoli alla fruizione del monumento. Alcuni hanno anche ipotizzato che, qualora l'edificio fosse sconsacrato, potrebbe essere destinato a matrimoni civili, sempre che questo pure non crei ostacoli alla fruizione.
In prospettiva si ritiene necessaria l'eliminazione della mascheratura arborea e della cancellata.
Una riflessione a parte è stata dedicata al problema dei cancelli sempre aperti. L'assemblea ritiene che il problema non è risolvibile fintanto che si consentiranno le residenze all'interno del Parco.
Un discorso a parte merita la Vaccareccia, lo splendido casale rinascimentale al centro del Parco della Caffarella. Negli ultimi anni il casale è stato sottoposto ad un sempre maggiore degrado; nel corso della nevicata del gennaio 1985 è crollata una parte del tetto che non è mai stata riparata; nel settembre 1992 il grande fienile che ingloba la torre medievale è stato devastato da un incendio, che ha fatto crollare una ulteriore parte del tetto e ha danneggiato le strutture dell'edificio; eppure da allora non c'è stato nessun intervento di riparazione. Il Piano di Utilizzazione della Caffarella conferma la vocazione agricola e pastorizia della Vaccareccia, e l'esproprio del casale è stato deliberato dal Comune di Roma nel marzo 1997. Da allora non ci sono stati progressi, a parte le voci che volevano il casale trasformato prima in albergo di lusso, poi in ostello, infine in sede di una congregazione religiosa. Al momento attuale il casale ospita una attività pastorizia; immondizia è sparsa ovunque.
In difesa del casale, una prima petizione è stata inviata nella primavera del 1999 al Presidente del Parco regionale dell'Appia Antica Gaetano Benedetto, all'allora Assessore alle Politiche Ambientali e Agricole del Comune di Roma Loredana De Petris, all'allora Assessore al Turismo, Comunicazioni e Relazioni del Comune di Roma Paolo Gentiloni, all'Assessore Tutela Ambientale della Provincia di Roma Massimo Sessa, all'allora Ass.re Utilizzo Tutela Valorizzazione Risorse Ambientali Regione Lazio Giovanni Hermanin e al Soprintendente Archeologico di Roma Adriano La Regina; una seconda è stata inviata nel dicembre 2000 al Presidente del Parco regionale dell'Appia Antica Gaetano Benedetto, al Sindaco del Comune di Roma Francesco Rutelli, all'Ass.re Utilizzo Tutela Valorizzazione Risorse Ambientali Regione Lazio Marco Verzaschi e al Soprintendente Archeologico di Roma Adriano La Regina; entrambe sono ancora senza risposta.
Al contrario, sembrerebbe che nel Piano del Parco regionale dell'Appia Antica, ancora in forma di bozza, sarebbe annullata la destinazione del casale all'acquisizione pubblica.
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