Casale a torretta
Il casale a torretta in fondo a via Macedonia, ottocentesco con elementi precedenti, è segnalato nella Carta dell'Agro del Comune di Roma al foglio 24 N n. 87.
In origine l'edificio, unitamente ad un vasto terreno al bordo della Caffarella su cui era già attivo il campo sportivo della Nova Spes e su cui sorgeranno la chiesa del S. Nome di Maria e l'adiacente succ. del Duca d'Aosta, apparteneva alla Procura Generalizia dell'Istituto della Società di Maria (Marianisti).
All'inizio degli anni '60 la congregazione religiosa intraprendeva la costruzione della nuova chiesa e di un grosso albergo destinato ad accogliere i pellegrini. Tuttavia la destinazione di tutta l'area a verde pubblico all'interno del Piano Regolatore Generale del 1965 rendeva la chiesa e l'edificio una violazione delle norme urbanistiche. In seguito l'Istituto otteneva la destinazione a servizi della chiesa, con la condizione della cessione dell'albergo al Comune (che ne farà la succursale del Duca d'Aosta) e, il 18 aprile 1966, alla firma di un atto d'obbligo (notaio Capasso in Roma, raccolta n. 14883, repertorio n. 42055) a favore del Comune di Roma da parte dei Marianisti, con il quale questi si impegnavano a cedere e trasferire gratuitamente al Comune di Roma il casale e l'area di mq 44.000 (contraddistinta in catasto al foglio 900 particelle 10 parte, 13 parte, 15, 16, 17 parte, 19 e foglio 905 particella 26) situata all'interno della valle della Caffarella, su cui sorgeva il campo sportivo. L'atto d'obbligo non fissava alcun limite temporale perché il Comune di Roma possa esercitare il diritto di acquisizione dell'area.
Nei vent'anni successivi il Comune di Roma acquisirà casale e terreno nell'ambito dell'esproprio di 72 ha di Caffarella (D.P.G.R. Lazio 9 febbraio 1976 n. 220). In seguito all'annullamento dell'esproprio da parte del Consiglio di Stato, nel gennaio 1987 i Marianisti tornano in possesso di casale e terreni, cosicché alla fine troveranno opportuno cedere questa proprietà: il 18 maggio 1988 viene sottoscritto atto di compravendita fra la Procura Generalizia dell'Istituto della Società di Maria (Marianisti) e i sigg. Carlo Tossini, Leopoldo Tossini e Maria Luisa Piscopo:
Nell'atto di compravendita per un prezzo di 100 milioni si fa comunque esplicito riferimento all'atto d'obbligo esistente in relazione all'area in questione.
Il 12 ottobre 1989 il costruttore ing. Carlo Tossini presentava domanda alla XV Ripartizione - Urbanistica e Edilizia Privata del Comune di Roma, allegando un atto d'impegno a considerare le opere come mai eseguite (rogito notaio De Martino del 16 maggio 1990 rep. 129784).
L'8 novembre 1989 la Commissione Edilizia dava parere favorevole, e pertanto, ottenuti i nulla osta della Regione Lazio (prot. 4046/80), della Soprintendenza Archeologica di Roma e della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Lazio (nota 17518 del 6 settembre 1989 - 30331/90), il 6 agosto 1990 la XV Ripartizione autorizzava l'ing. Tossini al risanamento conservativo di un complesso di due fabbricati.
Nei mesi successivi viene smantellato il campo sportivo, e quindi viene installato il cantiere. Il 30 ottobre 1991 il cantiere viene sequestrato per alcuni sbancamenti non autorizzati. Altre varianti in corso d'opera vengono riscontrate in un sopralluogo del 5 aprile 1993.
Nel 1994 il casale con il terreno viene inserito nel Piano di Utilizzazione della Caffarella approvato con Accordo di Programma; il Comune di Roma afferma di voler entrare in possesso del casale e del terreno nel più breve tempo possibile. Oggi il casale è stato completamente ristrutturato e trasformato in villa di lusso, ed è abitato.
Alla fine del settembre 2000 il Comitato per il Parco della Caffarella ha protocollato una interrogazione di iniziativa popolare al Presidente della IX Circoscrizione per chiedere lumi sulla vicenda del Casale:
negli anni successivi, nonostante l'avvio dell'iter espropriativo della Caffarella, il Comune di Roma trascurerà di acquisire casale e terreno; il 18 maggio 1988 viene sottoscritto atto di compravendita (nel quale si fa esplicito riferimento all'atto d'obbligo) fra la Procura Generalizia dell'Istituto della Società di Maria e i sigg. Carlo e Leopoldo Tossini e Maria Luisa Piscopo, e il 12 ottobre 1989 l'ing. Carlo Tossini presenta domanda di risanamento conservativo alla XV Ripartizione del Comune di Roma, allegando un atto d'impegno a considerare le opere come mai eseguite (rogito notaio De Martino del 16 maggio 1990 rep. 129784); nel 1994 il casale e il terreno sono inseriti nel Piano di Utilizzazione della Caffarella, approvato con Accordo di Programma sottoscritto il 19 aprile 1996 e approvato dal Sindaco di Roma con Ordinanza n. 446 del 24 giugno 1996, mentre nel 1997 il casale è inserito nel perimetro del I esproprio, eppure a tutt'oggi il casale è ancora abitato; alla IX Circoscrizione risulta che il X Dipartimento del Comune stia provvedendo all'acquisizione; la IX Circoscrizione si sta interessando (e con che azioni, tempi e risultati) affinché; il casale sia finalmente destinato all'uso indicato dal Piano di Utilizzazione della Caffarella. "il Presidente risponde entro 40 giorni per iscritto e ne dà comunicazione al Consiglio". |
Il Presidente della IX Circoscrizione ha risposto alla interrogazione fornendo abbondante documentazione sulla compravendita. Una nota del X Dipartimento del Comune riporta che il tutto è stato inserito nel perimetro del I esproprio della Caffarella avviato con deliberazione della Giunta Comunale 21 marzo 1997 n. 934 e 23 ottobre 1998 n. 3705.
La procedura di esproprio è attualmente condotta dall'Ufficio Espropri del Comune di Roma, e dovrà concludersi entro il 24 giugno 2006. Continueremo comunque a seguire gli sviluppi della questione.
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